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Cani da Salvataggio

2018-07-10 14:13

Allevamento S.Caterina

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Cani da Salvataggio

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Agli esordi gli unici cani considerati per le missioni in acqua erano il Terranova e il Labrador: sembra, infatti, che questi cani siano mossi da una vera e propria vocazione. Nel corso del tempo le razze indicate come "cani bagnini" sono cresciute notevolmente.
Dotati di forza, fedeltà e tenacia i cani da salvataggio in acqua svolgono un ruolo d’aiuto fondamentale all’uomo. I "cani bagnini" sono sempre accompagnati da un compagno umano. La coppia formata viene chiamata unità cinofila da salvataggio in acqua: si tratta di un vero e proprio lavoro di squadra. Per raggiungere professionalità e sinergia per l’unità cinofila è fondamentale l’addestramento.
Ad oggi la più importante realtà italiana è la SICS (Scuola Italiana Cani Salvataggio). 
Dalla fine degli anni ’80 la scuola si occupa di garantire un servizio di volontariato di cani da salvataggio in mare. Grazie alla collaborazione che prosegue da anni con la Croce Rossa, la Guardia Costiera, il 118 e la Protezione Civile la SICS opera su tutto il territorio italiano.
Quali sono le razze più inclini a diventare cani da salvataggio in mare?
Leader indiscusso è il Terranova
Dotata di una grande potenza questa razza è in grado di trascinare in acqua più persone o addirittura barche di alcune tonnellate. Grande nuotatore, non si stanca facilmente. Possiede una naturale predisposizione al soccorso dei più deboli. Infatti ha l’attitudine di posizionarsi sempre in modo da poter controllare ciò che accade. Se ritiene che ci sia qualcuno in difficoltà non si fa attendere: va subito in suo aiuto! Inoltre è molto resistente al freddo, mantiene la calma anche in situazioni disastrose riuscendo ad alimentare la serenità ed è talmente tenace che non mollerebbe mai alcuna missione!
Il Landseer. Questa razza è molto simile al Terranova, probabilmente ha origini analoghe. Come suo cugino ama nuotare ed è molto resistente, ma è più riservato e meno facile da addestrare. Indubbia la spiccata attitudine al salvataggio in acqua.Il Labrador Retriever è una delle razze di cani più svelta e agile in acqua. Le sue zampe sono palmate, ciò lo rende davvero idoneo per i salvataggi in acqua. È un cane molto docile e calmo, facilissimo da addestrare. È un lavoratore instancabile. Simpatico ed allegro riesce a portare allegria anche in situazioni di stress.Nato per il lavoro in acqua, dal mantello perfettamente impermeabile, il Golden Retriever è una razza indicatissima per il salvataggio in mare. Robusto e resistente questo cane ha un carattere eccezionale, dolce e tranquillo.Il Cão de agua portugués (cane d’acqua portoghese). Dopo aver sfidato per secoli l’oceano stanando banchi di sardine, portando messaggi da una barca all’altra e recuperando le reti dopo la pesca, questa razza ha avuto grande successo anche come cane da salvataggio in mare. Robusto e abile nel nuoto il cane d’acqua portoghese eccelle nel tuffo. Il suo coraggio e la sua audacia sono proverbiali. È stato definito "un cane di fuoco", dallo sguardo ardente e dalla forte capacità di autocontrollo e disciplina.Deriva dall’incrocio tra Terranova e Setter inglese, probabilmente con qualche discendenza anche da parte del Curly retriever e del Labrador, il Float Coated Retriever è un cane robustissimo. Dotato di una resistenza e di un’energia quasi inesauribili. Rispetto agli altri Retriever il Flat è il meno vivace del gruppo ed è più facile da gestire. Stare in acqua è la sua passione.
Ci sono delle razze chiaramente predisposte più di altre a diventare cani da salvataggio in acqua per indole e temperamento. Ciò non toglie che qualsiasi cane che pesi almeno 25kg addestrato e affiancato da un padrone preparato può, insieme ad esso, diventare un’unità cinofila da salvataggio in acqua.

Cani e Bambini, Crescere insieme

2018-06-28 14:18

Allevamento S.Caterina

Cani e Bambini, Crescere insieme

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Quando si ha un cane, non fa differenza la taglia, né la razza, e neppure se è il cane più ubbidiente del mondo, non andrebbe mai lasciato da solo con i bambini, non tanto per il cane quanto per il bimbo in sé, in quanto,soprattutto quelli molto piccoli, possono essere visti come delle prede e anche se si è cresciuti insieme, non è detto che di punto in bianco nella mente del cane non scatti l’istinto.L’interazione bambino-cane non assistita può portare ad antropomorfizzare eccessivamente il cane. Il bimbo sa che con un abbraccio può dimostrare affetto alla propria mamma o papà, ma abbracciare il cane potrebbe voler dire invadere il suo spazio, essere un gesto di dominanza al quale potrebbe reagire in maniera negativa. Anche parlare a voce alta come spesso fanno i bambini è una cosa che infastidisce molti cani, che finché hanno vicino il proprio umano non reagiscono, in quanto in alcuni casi basta la sola presenza del padrone a frenarli. Ma quante il vostro migliore amico in vostra assenza ha combinato guai?A volte non è necessario pensare ad un cane che reagisce con aggressività, basta immaginare un bambino piccolo vicino ad un cane di grossa taglia, uno sdraiato accanto all’ altro. Al cane basterebbe girarsi di scatto per prendere una mosca e senza bisogno di mordere potrebbe ferire il bimbo, in quanto un adulto è in grado di resistere ad un’ improvvisa impennata di gioia del cane, un bambino no e può risultarne una ferita oppure un’ esperienza negativa per il piccolo, del tutto involontaria. Concludiamo dicendo a tutti i genitori, che i bambini traggono sempre benefici dalla presenza di un cane in famiglia, ma è bene ricordare, che per rendere l’esperienza un momento di gioia e di scoperta è sempre necessaria una presenza familiare, sia per la gestione dell’animale sia per evitare che il bambino non riesca a beneficiare dell’incontro con il nuovo ed il diverso.

Displasia dell'anca nei Labrador Retriever: Lastra VS test DNA

2018-06-28 12:28

Allevamento S.Caterina

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Displasia dell'anca nei Labrador Retriever: Lastra VS test DNA

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La displasia dell’anca (CHD Canine Hip Dysplasia) è una patologia della crescita articolare solo in minima parte ereditaria, in quanto causata spesso da una alimentazione inadeguata (tipicamente con mangime industriale).Uno dei fattori principali che influiscono sulla debolezza cartilaginea e che va a sommarsi lungo più generazioni di soggetti (tipicamente alimentati male) è proprio la mancanza di un’alimentazione sana che, per un animale tendenzialmente CARNIVORO come il cane, deve essere il più possibile naturale, quindi a base di carne.La quasi totalità dei mangimi industriali (secchi o umidi) sono realizzati con ingredienti di scarsissima (per non dire PESSIMA) qualità. Trattasi spesso di scarti di lavorazione, vietati al consumo umano e, per quel poco di carne fresca presente (il 4% è la percentuale più frequente in quanto minimo fissato per direttiva europea), praticamente SENZA VALORI NUTRIZIONALI (in quanto azzerati dalla cottura ad elevate temperature).Oltre a questa carenza di "sostanza buona" (carne cruda), quel 4% (o poco più) dei mangimi industriali è spesso costituito da derivati e da farine di carne (fonti proteiche di pessima qualità) oltre che da cereali e da mais. Per compesare queste carenze vengono aggiunti, spesso in grande quantità, conservanti, aromatizzanti ed additivi per dare appetibilità a questi composti (in altre parole abbiamo CARNIVORI alimentati alla stregua di... GALLINE!)Tutto ciò porta spesso ad instabilità e sublussazione delle anche dovuta ad una erosione della massa cartilaginea articolare e delle membrane sinoviali.L’osteoartrosi secondaria può degenerare in sintomi clinici tipici della zoppìa. La malattia colpisce cani di tutte le razze di grande taglia con diverse percentuali di incidenza che vanno, come stimato dalla Orthopedic Foundation for Animals (OFA), dal 1% al 75%.Il metodo, invece, utilizzato tipicamente a tutt’oggi dai veterinari consiste in una valuazione fenotipica delle anche basata su un metodo empirico ed obsoleto come, appunto, lo screening radiografico.Tra i 5 più metodi di screening più utilizzati per eseguire una prognosi (e NON una "diagnosi"!) sulla possibile presenza e sviluppo durante la crescita della displasia sono:Federazione Cinofila Internazionale (FCI) - il più datato, obsoleto e inaffidabile!Fondazione ortopedica per gli animali (OFA)British Veterinary Association / Kennel Club (BVA / KC)Pennsylvania Hip Improvement Program (PennHIP) - il più affidabile!Dorsolateral Subluxation Score (DLS)L’obiettivo primario di ogni programma di screening è quello di escludere individui geneticamente affetti o portatori nei programma di allevamento.La CHD è una patologia multi-fattoriale e, per quanto ad oggi scientificamente assodato, solo un 30% può essere mediamente imputabile ad ereditarietà (quindi fattore genetico) oltre al fatto che vengono utilizzati sistemi di screening basati su un’interpretazione soggettiva delle radiografie con un affidabilità molto ridotta!Questi metodi di diagnosi devono essere combinati con esami clinici specifici per poter fare trattamenti, ma non sono metodi affidabili per escludere cani colpiti da displasia o per la selezione dei soggetti con la migliore composizione genetica e adatti alla riproduzione, perché la displasia dell’anca è un fattore TROPPO complesso per poter essere  individuato, con precisione ed affidabilità scientifica, con delle semplici radiografie.Da precisare anche il fatto che, se un cane risulta sano a questa lettura, NON significa assolutamente che non possa essere anche PORTATORE del gene (anzi, della "isola poligenica", trattandosi anche di patologia "poligenica", oltre che "multifattoriale"), dato che con i metodi utilizzati oggi in Italia, è scientificamente IMPOSSIBILE fornire una risposta certa!Nonostante lo screening intensivo che è stato messo in campo negli ultimi 40 anni, la prevalenza di questa patologia risulta ancora essere del 40% in alcune razze. Questa persistenza ancora importante dovrebbe fare riflettere sulla (bassissima) affidabilità del metodo:forse perchè gli screening radiografici non danno NESSUNA indicazione circa il fattore genetico dato che non testano il DNA ma leggono solo un "MOMENTO FISICO" del cane che, comunque, può trasmettere ugualmente alle generazioni future la patologia, ove presente;forse perchè molti privati che fanno cucciolate (migliaia di annunci) accoppiano la propria femmina alla cieca, magari con il cane del vicino dirimpettaio, senza un minimo di cognizione delle eventuali patologie nascoste e/o sulla qualità di riproduzione dei soggetti utilizzati trattandosi di cucciolata una tantum.In aggiunta a tutto ciò, c’è da aggiungere che l’età idonea (che varia da razza a razza) per eseguire le radiografie è argomento molto controverso. Radiografie che, come intuibile, prevedono l’anestesia generale (di solito molto pesante, per un cucciolone; per non menzionare le cosiddette "lastre preventive", proposte da alcuni veterinari a cuccioli di soli 4/5/6 mesi!), altro fattore (sia nella qualità, che nelle quantità utilizzate) che induce (e quindi influenza moltissimo) la LASSITÀ ARTICOLARE in fase di esecuzione della radiografia (ergo anche della cosiddetta "lettura", ufficiale o ufficiosa che sia) nonchè la tecnica di trazione delle anche e di intra-rotazione delle ginocchia della povera bestiola durante la procedura.

Nuovo TEST DNA per valutare la predisposizione genetica nei Labrador Retriever di sviluppare displasia dell’anca.

Uno dei principali VANTAGGI consiste nel non essere influenzato dall’età del cane.Il test valuta la presenza o l’assenza di 7 singoli polimorfismi nucleotidici (SNPs), che sono variazioni lievi nell’assetto genetico individuale associate alla maggior parte delle patologie. Questi 7 SNPs sono stati collegati alla presenza del gene della displasia dell’anca.Dysgen® è un test che prevede la predisposizione genetica per displasia dell’anca in Labrador Retriever in età precoce. Il test ha una precisione dell’85%, media sensibilità diagnostica dell’80% e specificità del 78%.Attualmente, il test è disponibile solo per i Labrador Retriever, ma verrò utilizzato anche su altre razze canine compresi Golden Retriever e Pastori Tedeschi, che sono attualmente in fase di indagine clinica. Il test è stato sviluppato da ricercatori della Bioiberica, dell’Università di Barcellona e di Progenica Inc..Laddove il metodo classico radiografico (PennHIP o altri) basati sulla diagnosi di una lassità articolare e osteoartrite è sconsigliato prima dei 4 mesi di età, il test genetico ha un alto valore per gli allevatori che vogliono prendere decisioni sui soggetti da selezionare in allevamento e una maggiore garanzia per i futuri proprietari di un cucciolo. Il risultato del test può aiutare a determinare la frequenza dei controlli e comprendere meglio che trattamenti potrebbero essere utili.
fonte: my Labrador

Displasia nel Labrador

2018-06-28 12:15

Allevamento S.Caterina

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Displasia nel Labrador

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La displasia all’anca è una patologia che colpisce l’articolazione coxo-femorale. Nei casi più gravi porta ad una grave zoppia agli arti posteriori e quindi alla necessità di intervenire con costosissimi interventi chirurgici.A causare la displasia è un’alterata conformazione del giunto articolare con conseguente sublussazione e quindi usura della cartilagine. Per diagnosticarla è necessario che il cucciolo di labrador abbia almeno un anno, che il nostro labrador sia controllato da un veterinario esperto che praticherà un’anestesia per rilassare i muscoli del nostro cucciolo.Gli esperti hanno individuato l’origine poli-fattoriale e genetica ma non è stato ancora identificato il meccanismo di trasmissione, inoltre più fattori possono intervenire nell’incrementarsi della malattia quali per esempio fattori ambientali, condizioni di allevamento del cane .Inoltre la malattia può non comparire nei genitori perché mascherata ed essere invece presenti nella prole.I casi di displasia si sono verificati anche in figli di campioni pertanto questo purtroppo non costituisce una totale garanzia, inoltre è fondamentale che il cane cresca in ambiente sano, facendo delle passeggiate quotidiane e non abbia un’alimentazione sbagliata con conseguente aumento di peso e problemi alle articolazioni.
fonte: my labrador

Pet Therapy e Labrador

2018-06-28 11:39

Allevamento S.Caterina

Attività,

Pet Therapy e Labrador

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Sempre di più si sta riscoprendo il labrador come il cane più adatto alla pet therapy sia con bambini che con anziani. Ottimi risultati si ottengono anche su persone affette da problemi di depressione.Perché un labrador ti può aiutare?Grazie al suo carattere giocoso, alla sua voglia di portarti sempre a spasso diventerà un ottimo compagno di passeggiate nei parchi, potrai incontrare nuove persone che fino a pochi giorni fa’ non salutavi nemmeno e ora invece si fermano per parlare con te. Non è meraviglioso?Quindi nuove amicizie, nuove occasioni per uscire e perché no anche un pò di sano impegno al mattino quando ti devi alzare per portarlo fuori, eh si perché con un labrador non ti puoi permettere se soffri di depressione di rimanertene a letto a girarti tra le coperte.E con i bambini? Con loro è estremamente docile, affettuoso e sembra aver un occhio di riguardo per loro nonostante la sua mole non sia quella di un pincher.Ti aiuterà a capire che oltre a te vicino c’è qualcuno che ti darà tutto il suo amore incondizionatamente anche nei giorni in cui vorresti mandare a quel paese tutto il mondo, il tuo labrador ti guarderà scodinzolando.Questa è la pet therapy: piccoli gesti con grandi significati.La tua unica preoccupazione sarà quella di tornare presto a casa la sera perché morirai dalla voglia di rivederlo.Rafforzerà incredibilmente la tua autostima perché semplicemente informandoti sui vari libri in commercio scoprirai che il tuo labrador imparerà molto facilmente la differenza tra una pallina e un giornale, che saprà riconoscerti in mezzo a tanta gente e non ti lascerà mai solo!Un malato di depressione crede che tutto il mondo non si interessi a lui, che i problemi siano a volte insormontabili, la pet therapy ti può far capire che non è così che a volte basta poco perché i problemi diventino opportunità per riscoprirsi persone diverse e non banali!Semplicemente sensibili!
fonte: my Labrador